Piccoli sfizi in ufficio - Puglia Trasgressiva

Piccoli sfizi in ufficio - Puglia Trasgressiva

In queste giornate così uggiose, a volte, mi prende una malinconia davvero difficile da lasciarsi alle spalle, qua nell'anonima cittadina alle porte di Milano dove lavoro da ormai cinque anni. Spesso mi accade di passare interi giorni senza parlare con anima viva, chiusa nel mio ufficio, a volte carica di lavoro, altre senza nulla da fare, e la noia non fa altro che inasprire la malinconia autunnale di cui soffro. Per fortuna non tutto nel mio lavoro è da buttare, la mia collega Annalisa, per esempio: giovane e fresca biondina con la passione del fitness, non perde occasione per venire a trovarmi, tanto che ormai abbiamo stretto una bella amicizia, che mi fa passare più in fretta le ore in ufficio, anche grazie alla sua innata capacità di spettegolare su tutto e tutti. L'ultimo ad essere stato oggetto delle sue attenzioni è Nicolò, il nuovo arrivato, un magazziniere che non avrà ancora compiuto vent'anni e che, di tanto in tanto, viene a scaldarsi e a bere un caffé nella sala comune, rimanendo, timidissimo, sempre in disparte. Annalisa lo ha fin da subito bersagliato di battutine maliziose per vedere la sua reazione, ma in queste settimane ci ha sempre ignorato, troppo introverso per controbattere e iniziare a scherzare con noi, almeno fino a quando la mia collega non lo ha messo letteralmente spalle al muro, proprio l'altro ieri, rendendomi complice del suo piano...
C'è da dire che Annalisa mi è sempre è parsa, fin dal nostro primo incontro, molto disinibita, e quella sua vena sensuale mi ha sempre intrigata: più volte, a casa, mi sono sorpresa a fantasticare su di lei, e l'attrazione, sono sicura, è sempre stata reciproca; vorrei ben dire, modestamente sono una gran bella donna: trent'anni, con un seno esplosivo che non faccio nulla per nascondere e una chioma nera come la notte, non è certo strano che la collega abbia rivolto, in passato, anche a me qualche piccola frecciatina piccante...
Tornando a noi, ero come al solito nel mio ufficio, intenta a controllare le ultime mail prima di staccare finalmente e tornarmene a casa, quando irrompe alla mia scrivania Annalisa, annunciandomi che Nicolò stava per arrivare per consegnarmi un pacco: non c'era più nessuno in ufficio, e lei voleva cogliere l'occasione per, finalmente, sedurre il ragazzo. Quale modo migliore che farsi trovare da Nicolò nel mio ufficio, completamente nuda, pronta ad accoglierlo? Annalisa iniziò così a spogliarsi, fino a rimanere così come mamma l'ha fatta, senza preamboli né alcuna remora sul fatto che fossi lì, a pochi centimetri, completamente sbigottita dalla situazione. Sapevo che la mia collega andava in palestra in ogni pausa pranzo, ma un fisico così mica me lo sarei immaginato, un vero pezzo di marmo, perfettamente modellato, con ogni muscolo ben definito e teso, tanto che iniziai a strusciare le mie cosce l'una contro l'altra, in un brivido di eccitazione, mista a nervosismo e imbarazzo.
Appena entrato nel mio ufficio Nicolò rimase come fulminato, immobile e stordito al massimo, con ancora il pacco in mano, pacco che Annalisa, lentamente, andò a recuperare, per poi consegnarlo alla sottoscritta, ancora seduta e tanto impalata quanto il giovanotto: in questo modo sia io che lui abbiamo potuto ammirare sia il suo lato A che il suo lato B, camminata sensualissima compresa.
Dopo la sua piccola passerella, quella pazza della mia collega se ne ritornò dal povero Nicolò e, dopo averlo preso per il giaccone, lo trascinò a meno di un metro da me, per poi, con una lentezza esasperante, lasciarlo in pantaloni.
Tenendo fisso lo sguardo su di me, si mise in ginocchio e tirò fuori l'arnese del giovane, accompagnando il tutto con un'espressione stupita: era davvero un bel pezzo di carne, anche se non ancora duro, probabilmente per la situazione imbarazzante per lui. Annalisa dovette averla presa sul personale, perché si mise subito all'opera, cacciandosi la verga in gola e lavorandosela con bocca e mani, senza mai staccare gli occhi su di me, ancora esterrefatta.
Se fino ad allora pensavo di essere piuttosto brava a deliziare gli uomini, dovetti ricredermi presto, perché la cara Annalisa, sebbene decisamente più giovane di me, sembrava proprio una pro, inoltre era palese che si stava divertendo quasi più lei di Nicolò, che però, lentamente, si stava sciogliendo. Quello che però non si scioglieva, anzi, era il suo bastone, che pian piano diventava bello duro, rivelandosi una verga davvero notevole, tanto che per un attimo fui tentata di unirmi a quel sontuoso banchetto: sentivo le mie mani che si aggrappavano alla gonna, le punte dei piedi arricciate e mi sorpresi a fissare i due quasi incantata...
Quando poi Annalisa si appoggiò con una mano al mio ginocchio, quasi a coinvolgermi ancora di più, sentii un nodo alla gola davvero duro da sciogliere, il tutto mentre lei non smetteva per un secondo di pompare il fortunato, che ora aveva iniziato a prenderci gusto e, posando entrambe le mani sulla testa di Annalisa, prese a spingere il bacino verso le sue labbra, assecondando il movimento della mia collega.
La situazione era davvero surreale, ma lo divenne ancora di più quando, una volta che si alzò, quella peperina si piegò su di me, poggiò un piede tra le mie cosce a, come se nulla fosse, si tirò su la gonna, pronta a farsi sbattere da Nicolò a pochi centimetri da me, usandomi in sostanza come appoggio...
Il calore del suo dolce fiato sul mio viso, il fatto di poter cogliere tutte le sue espressioni di godimento, la sedia che sobbalzava al ritmo dei colpi del ragazzo, le labbra di Annalisa a pochi centimetri dalle mie: ero coinvolta più che mai, ma non osavo lasciarmi andare, dopotutto avevo Carlo a casa, ignaro di cosa stesse facendo la sua brava ragazza, tuttavia ogni secondo che passava era quasi una tortura per me, al punto che... cedetti. O meglio, cedetti in parte, cominciando a baciare Annalisa con una foga che nemmeno nella mia adolescenza potevo avere, cercando, con la lingua nella sua bocca, ancora il sapore di Nicolò.
Devo ammettere però di essere stata brava, perché oltre al bacio spinto con la mia collega non sono andata, nonostante sentivo nelle sue labbra tutta la voglia di coinvolgermi a pieno, ma lo spettacolo a cui stavi assistendo era più che sufficiente per me, inoltre qualcuno doveva pur controllare, di tanto in tanto, le telecamere di sorveglianza, altrimenti saremmo finiti tutti nei guai... Di essere scoperti, ad Annalisa e anche a Nicolò non sembrava importare più di tanto, infatti non smettevano per un attimo di darci dentro, non lesinando nemmeno lunghi e rumorosi gemiti di puro godimento, con il ragazzo che, ogni volta che spingeva fino in fondo la sua verga, accompagnava il movimento con un urlo selvaggio, dimostrando che, in fondo, tanto timido non era. Annalisa, dopo un po', decise di cambiare posizione e praticamente mi si sdraiò in braccio, attirando a sé con le gambe il giovanotto, che non si fece pregare e ricominciò da dove aveva interrotto, tenendo le cosce di lei ben spalancate e affondando subito il suo bastone dentro di lei. La mia collega, però, voleva a tutti i costi che partecipassi almeno un pochino, allora cercò da dietro le mie mani e se le mise sui suoi seni, facendomeli stringere forte, cosa alla quale obbedii senza dare storie. Così, serrata tra me e Nicolò, quasi senza possibilità di muoversi, Annalisa godette alla grande, prova ne era la chiazza di bagnato ai piedi della mia sedia, in continua espansione...
Dal mio monitor potevo intravedere riflesso il viso della mia collega, incorniciato da un sorriso di pura estasi, sorriso che divenne particolarmente birichino quando, all'improvviso, si alzò e, impugnato l'uccello di Nicolò, iniziò a masturbarlo velocemente, fino a farlo venire sopra la sottoscritta, imbrattandomi completamente i vestiti con il suo caldo seme.

Era stata davvero una piccola monella, il suo scherzo mi lasciò impietrita per un attimo, per poi riprendermi e fuggire in bagno a pulirmi, tra le risatine complici dei due. Al riparo da sguardi indiscreti, però, con un dito ripassai su una di quelle chiazze che mi aveva lasciato Nicolò, portandomelo poi alla bocca per assaggiare quel sapore che la mia forza di volontà mi aveva impedito di tastare alla fonte... Tornata nel mio ufficio, dei due non c'era più traccia e, qualche minuto dopo, dallo schermo delle telecamere di sorveglianza, potei vedere Nicolò affaccendato nel suo solito lavoro, come se nulla fosse, al punto che mi chiesi se non mi fossi immaginata tutto, chissà se in questo momento Annalisa sta pensando alla nostra piccola avventura...

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